lunedì 7 febbraio 2011

Il punto sulla 24ma giornata. Napoli-Cesena 2-0

Il punto su quella che è stata la giornata appena conclusa, deve iniziare necessariamente da quella che è stata l'importanza  della sfida col Cesena e della vittoria raggiunta. Una di quelle vittorie più importanti di quanto si possa pensare. Per questo genere di partite si usa spesso dire, che si ha tutto da perdere e ben poco da guadagnare. In realtà il Napoli aveva sì molto da perdere, ma quando arriva la vittoria, si guadagna per prima cosa ciò che non si è perso: su tutto i tre punti, che in un campionato così equilibrato, possono fare alla fine la differenza in un senso o in un altro. E poi serenità, che sarebbe probabilmente venuta un po' meno, se il risultato non fosse stato positivo. C'è inoltre da dire che questo genere di partite, una grande contro una piccola, risulta delle volte essere più complicata nei 90 minuti, di quanto ci si aspettasse inizialmente.
Nell'analizzare la partita però, dobbiamo cominciare da dove abbiamo concluso mercoledì: ci siamo chiesti quale potesse essere il motivo preponderante della sconfitta di Verona. Ne è venuto fuori che al di là di alcuni propri demeriti, il Napoli aveva come prima cosa, mostrato un ben evidente calo fisico, che non gli aveva permesso di giocare ai suoi ritmi proverbiali. Ci siamo ovviamente augurati che fosse stato un calo solo per quella partita e le batterie che sono sembrate un po' scariche, si fossero caricate nei giorni successivi. Ebbene quello che si è evidenziato col Chievo nel turno infrasettimanale si è confermato pienamente anche ieri, al di là di quello che è stato il risultato. Il Napoli dopo il gol, realizzato dopo non appena tredici minuti, è andato gradualmente calando fino alla fine della gara mostrando anche poca brillantezza nel gestire diversi palloni. Il secondo gol poi è arrivato nel finale grazie anche, agli spazi maggiori lasciati dal Cesena nel tentativo di pareggiare la partita, e della verve dei nuovi entrati: Mascara e Sosa. C'è da dire però, che da mercoledì a domenica sono passati meno di quattro giorni, e proprio in questa settimana si sono giocate tre partite, cosa che avveniva regolarmente da più di una settimana. Avere un calo quindi, è fisiologico, l'importante è saperne uscire bene: con i risultati, e anche con un po' di turnover, eseguito ieri bene da Mazzarri in particolare in difesa e leggermente a centrocampo. La speranza è che per la partita di sabato con la Roma, si possa stare davvero quasi al top sotto l'aspetto fisico, per giocare a ritmi più alti e con più brillantezza. Al di là dell'aspetto fisico, voglio considerare anche un altro aspetto altrettanto importante, che è quello mentale. La partita di ieri per certi versi ha ricordato quella di un paio di domeniche fa a Bari. L'analogia delle due gare è che si è giocata la propria partita, secondo i propri standard fino alla rete dell'1-0, dopodiché non ci si è espressi nel modo migliore, secondo quelle che sono le proprie qualità, e non si è avuto quel mordente necessario per chiudere la gara. Se è chiaro che nel giocare contro grandi squadre bisogna esprimersi al meglio nell'arco di tutta la gara, ciò che non deve assolutamente accadere giocando contro le piccole, è pensare che prima o poi il gol lo si fa, ed avere quella presunzione che non ci sia bisogno di giocare da Napoli una volta in vantaggio. Presunzione che si paga se il tiro di Rudolf, o quel colpo di testa di Bogdani, va dentro proprio negli ultimi minuti, è inutile successivamente lamentarsi, magari dicendo che la partita la si meritava di vincere, o che la palla era entrata sul colpo di testa di Maggio. Se da un lato, gestire la gara senza dare agli avversari molte occasioni per avvicinarsi alla propria porta può essere considerato un segno di maturità, attuare un possesso palla sterile, con alcuni errori di precisione e non cercare prima del 90esimo il gol della tranquillità, può essere sicuramente visto come un segno che anche nella gestione delle partite e da un punto di vista mentale si può crescere. La partita di ieri la si è vinta con pieno merito, ma per una squadra che è nella posizione del Napoli, è giusto essere perfezionisti per migliorare gli aspetti non proprio positivi.
Abbiamo prima parlato del turn-over che nell'arco di una stagione, realizzato nella maniera corretta, può essere un'arma importante per gestire al meglio le forze; fino a questo momento va dato atto a Mazzarri che quando lo ha eseguito i risultati sono sempre stati positivi. Devo dire che non mi ha entusiasmato nel pre-gara la scelta di lasciar fuori sia Cannavaro che Campagnaro contemporaneamente, ma la difesa ieri ha fatto molto bene, esclusa un'ingenuità di Santacroce negli ultimi minuti che ha lasciato staccare Bogdani quasi indisturbato. Cribari è stato sorprendente nel giocare così bene dopo tante prestazioni che hanno deluso non poco. Inoltre sono con Mazzarri nella scelta di voler inserire Ruiz un passo per volta perché quello del difensore è un ruolo delicato, ed in particolare nella difesa a tre, bisogna prima assimilare correttamente i meccanismi. In Gargano da un bel po' di tempo, è in corso un'involuzione mica da ridere, mentre Yebda è ancora in crescita. Cavani che fa diventare oro tutto quel che tocca e Maggio che probabilmente è stato il migliore in campo. Non il miglior Lavezzi ieri, l'impressione è che fosse anche poco voglioso; se è stata una scelta di Mazzarri quella di tenerlo perennemente alto a sinistra, e non come sua consuetudine libero di svariare sul fronte offensivo, va rivista. Ultima considerazione su Sosa, che più di una considerazione è una domanda: nonostante l'acquisto di Mascara, non può tornare anche lui utile per la squadra? O per quello che si è visto fino ad ora non è da Napoli?

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